Vive bene nelle zone a clima caldo e temperato, si adatta tuttavia anche a climi più freddi, dove però, temperature troppo rigide, (-7°, -10°), possono danneggiare la pianta, soprattutto le piante giovani, le quali sono molto sensibili alle basse temperature, in tal caso è necessario proteggerle, magari avvolgendo il fusto con dei fasci di paglia.
Si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno, compresi quelli argillosi, purché ben drenati, profondi e di scarso contenuto in sodio e boro.
Il portinnesto più usato è il D. lotus che è dotato di buona resistenza a freddo e siccità, ma non è affine con le varietà eduli alla raccolta (varietà dolci).
L'innesto su franco (D. kaki) è poco diffuso perché non molto resistente al freddo ed a eccessi d'acqua, ma è adottato negli ambienti meridionali per le cultivar non astringenti (sempre eduli).
Malattie Parassiti Avversità:
Il kaki non è particolarmente colpito da parassiti animali.
Sono possibili attacchi di cocciniglie che, se presenti in modo massiccio, possono causare un generale indebolimento della pianta.
Per quanto riguarda le malattie di origine fungina, sono da segnalare possibili manifestazioni di muffa grigia che può provocare danni ai frutti, mentre l'oidio può colpire rami e foglie soprattutto se persiste un clima con elevato tasso di umidità.
Uso in cucina:
Il kaki apporta circa 65 chilocalorie per 100 grammi. È composto da circa 18% di zuccheri, il 78,20% di acqua; lo 0,80% di proteine; lo 0,40% di grassi oltre ad una ragionevole quantità di vitamina C, è inoltre ricco di beta-carotene e di potassio.
Se gustato ancora in stato acerbo, può provocare la classica sensazione da "bocca legata": è una sensazione gustativa (tattile) di asprezza e ruvidità che si avverte principalmente sul dorso della lingua. Marmellata di cachi
1 kg di cachi
• 1 kg di zucchero
• 1 limone
• vaniglia e mezzo bicchiere di rum.
Pulire i cachi con un panno umido
Dividere i cachi a spicchi eliminando i semi
Mettere a cuocere i cachi con lo zucchero, la parte gialla della buccia di un limone e la vaniglia (si consiglia estratto di vaniglia o i semi del baccello, non la vanillina!)
Far bollire tutto per 4 ore a fuoco molto basso
Aggiungere prima di togliere dal fuoco mezzo bicchiere di rum
Sistemare subito la composta di cachi ancora calda nei vasi di vetro sterilizzati e possibilmente caldi, quindi chiudere ermeticamente. Marmellata di cachi con le mele
Lavare i cachi (2 kg), togliere il picciolo e spremerli con le mani facendo cadere la polpa in una pentola di acciaio inossidabile
Sbucciare le mele (1 kg) e tagliarle a piccoli pezzi
Aggiungere le mele ai cachi con la scorza di limone e il suo succo
Fare bollire tutto per cinque minuti girando e schiumando continuamente
Togliere dal fuoco e passare al setaccio con un colino
Rimettere tutto nella pentola aggiungendo 1 kg di zucchero e un pezzetto di baccello di vaniglia e continuare a mescolare e schiumare finchè non raggiunge la consistenza desiderata
Togliere dal fuoco e aggiungere se si desidera del rum o liquore Grand Marnier, e invasare subito la composta ancora calda nei vasi di vetro sterilizzati, quindi chiudere ermeticamente.
Proprietà terapeutiche:
Ha proprietà lassative e diuretiche ed è sconsigliato a chi soffre di diabete o ha problemi di obesità.
E’ molto indicato per depurare il fegato e per l'apparato nervoso.
Curiosità:
Detto Mela d'Oriente e anche Albero delle sette virtù (lunga vita ,possono vivere anche mezzo secolo; grande ombra; assenza di nidi fra i suoi rami; inattaccabilità da parte dei tarli; possibilità di giocare con le sue foglie indurite dal ghiaccio; il bel fuoco che fornisce e la ricchezza in sostanze concimanti il terreno).
Il nome botanico della pianta Diospiro/Diospero deriva dal greco Dios cioè dio, mentre pyros significa frumento, a sottolineare l'importanza di questo frutto nell'alimentazione.
Il carpino bianco è un albero poco longevo, di media altezza (15-20 m) con portamento dritto e chioma allungata.
In Italia si trova con frequenza nell'orizzonte montano fino a 900-1000 m come costituente dei boschi mesofili insieme alle querce caducifoglie e al faggio. In pianura si trova insieme alla Farnia a costituire le foreste planiziali. È presente anche nelle zone più fredde e umide della Pianura Padana. Manca nelle isole.
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Coltivazione:
Si piantano in novembre o in febbraio-marzo.
Ogni anno in luglio, le piante delle siepi si potano all’altezza desiderata. Nei primi anni la potatura deve essere moderata.
Il carpino è una pianta rustica, che preferisce posizioni soleggiate e luminose, anche se cresce bene anche a mezz'ombra o all'ombra totale. Non teme il freddo e neanche i venti.
Non ha particolari esigenze, ma nei suoli pesanti e torbosi la crescita viene rallentata; predilige terreni profondi e leggeri, ricchi di sostanza organica, possibilmente umidi e ben drenati.
Malattie Parassiti Avversità:
Non presenta particolari problemi per quanto riguarda malattie e parassiti.
Proprietà terapeutiche:
In fitoterapia e gemmoterapia la pianta è usata nelle affezioni delle vie respiratorie e per la sua azione di stimolo nella produzione delle piastrine.
A livello delle prime vie aeree esercita azione antinfiammatoria, antispastica e cicatrizzante. A livello polmonare ha proprietà antispasmodiche ed antitussigene.
Il macerato di gemme è inoltre un rimedio contro le emorragie ed aiuta a correggere l’insufficienza epatica, caratterizzata da piastrinopenia.
Viene anche utilizzato per abbassare il livello di colesterolo.
Curiosità:
Il legno chiaro del Carpino bianco, molto pesante e compatto, è utilizzato come combustibile e in passato per la costruzione di attrezzi agricoli. E' impiegata come specie di interesse forestale; apprezzata anche come essenza ornamentale e di interesse paesaggistico perché rustica e adattabile a vari ambienti.
Si adatta bene alla realizzazione di siepi per la resistenza agli interventi cesori e per la chioma fitta.
In passato le foglie venivano utilizzate come foraggio.
Piccolo albero (di norma 7-12 m), con portamento anche arbustivo e cespuglioso, diffuso in Europa e Asia, con tronco spesso contorto e ramificato, chioma rotondeggiante.
Italiano
Coltivazione:
Possiede un apparato radicale in grado di tollerare svariati tipi di terreno, la siccità e anche una moderata salinità. E’ un albero che cresce lentamente, ha una buona resistenza meccanica alle rotture, vive in posizioni sia soleggiate che in mezzombra. Tollera le alte temperature e le gelate invernali. Le dimensioni contenute e la chioma compatta che crea un’ombra fitta, la rendono idonea all’utilizzo per viali alberati, aree residenziali, piccoli giardini e parchi. Quest’albero si adatta in maniera soddisfacente in aree urbane dove l’inquinamento, lo scarso drenaggio, il costipamento del terreno e la carenza d’acqua sono situazioni frequenti. L’Acer campestre è una pianta di terza grandezza per la quale si consiglia una distanza minima di impianto di 6 metri con una superficie minima a disposizione per il singolo soggetto di 5 mq. Epoca d’impianto: Ottobre – Marzo. Tollera bene le potature da eseguirsi nel periodo invernale, evitando capitozzature e utilizzando la tecnica del taglio di ritorno.
Malattie Parassiti Avversità:
Generalmente resistente, in particolare le infestazioni d’afidi e cocciniglie sono rare. Più frequenti, ma comunque non preoccupanti, sono gli attacchi di mal bianco (oidio). L’unica malattia alla quale l’acero campestre è suscettibile è la verticillosi che provoca il disseccamento della pianta dall'alto verso il basso a causa dell’occlusione dei vasi attuata per mezzo di gomme e mucillagini.
Uso in cucina:
Le parti di questa pianta generalmente non vengono utilizzate direttamente nell'alimentazione umana, ma i suoi fiori permettono alle api di produrre un eccellente miele; i semi, tostati, erano utilizzati al posto del caffè.
Proprietà terapeutiche:
Possiede proprietà lievemente anticoagulanti, aiuta nella prevenzione delle calcolosi e nelle cure successive alle manifestazioni di Herpes zoster; il decotto di corteccia è usato anche come rinfrescante intestinale e per gli eritemi della pelle.
Curiosità:
L'acer campestre è una pianta mellifera. Le sue foglie vengono utilizzate come foraggio. Essendo un albero di modeste dimensioni e sopportando bene il taglio, è stato ampiamente utilizzato come tutore per la vite. È inoltre un ottimo combustibile, un tempo particolarmente diffuso in pianura padana. Antiche credenze popolari conferivano all'acero proprietà magiche contro le streghe, i pipistrelli, e la sfortuna. Secondo un’altra credenza popolare pare che, facendo passare un bambino attraverso i rami dell’Acer campestre, gli si garantisce lunga vita. Nel folklore francese le noci dell’acero simboleggiano i 58 anni di matrimonio. Infine esiste una storia più recente secondo la quale uno degli inventori dell’elicottero, Sikorskij, ha tratto ispirazione vedendo cadere un seme dell’acero.