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Nome latino: 
Philadelphus
Famiglia: 
Saxifragraceae
Caratteristiche generali: 

I Philadelphus, comprendono una sessantina di specie, originarie delle fasce temperate della Terra.
Arbusti alti da 1 a 5 metri, hanno fusto rivestito di una corteccia che si sfilaccia in modo caratteristico.
Le foglie sono decidue, opposte, semplici e ovate.
I fiori sono solitari oppure raccolti in leggiadri racemi, pannocchie o cime;  sono molto spesso dotati di un delizioso profumo, che ricorda da vicino quello dei fiori d'arancio.
La corolla è formata da quattro petali, il calice da quattro sepali. Il colore prevalente dei petali è il bianco, talvolta con macchie purpuree alla base.
Epoca di fioritura: fra maggio e giugno.

Al Giardino degli Angeli sono presenti:
P. coronarius, è presente nel nostro Paese allo stato spontaneo, è molto vigoroso.
Può raggiungere l’altezza di 4 m, mediamente 2/3 metri.
Foglie ovato - allungate, lunghe 4 - 8cm.
Fiore semplice, molto profumato, fiorisce in maggio-giugno in bianco, bianco- crema
Ne esistono moltissimi ibridi e varietà, anche con foglie variegate di bianco o do¬rate, con corolle macchiate di porpora, fiori doppi  o con petali frangiati.
Philadelphus 'Belle Etoile: ibrido dalle dimensioni più contenute.
P. 'Virginal': ibrido, fiore a forma di scodella, doppio, di colore bianco, riunito in racemi larghi 5 - 7cm. A crescita lenta.

Moltiplicazione: le specie botaniche si riproducono da seme, interrato in torba soffice. All'inizio le piantine sono minute, ma si sviluppano velocemente, arrivando a fiorire al terzo anno.
Cultivar e ibridi, invece, devono essere moltiplicati mediante talee di legno tenero di 8-12 cm, prelevate all'inizio dell'estate e poste in un miscuglio di torba e sabbia, in un propagatore chiuso. In autunno, dopo la caduta delle foglie si prelevano le talee di legno maturo (20-30 cm), le si mette a dimora in vivaio e le si ripianta un anno dopo.

Coltivazione: 

Sono arbusti molto rustici, sopportando anche i -15/-20 °C, e di facile coltivazione.
Amano la mezz'ombra, ma tollerano bene anche il sole.
Si adattano a qualsiasi tipo di suolo, pur preferendo quelli leggermente alcalini o calcarei. Il drenaggio deve essere perfetto
La stagione più propizia per la messa a dimora è l'autunno, anche se per gli esemplari in vaso è possibile tutto l'anno.

Concimazione: è sufficiente una moderata concimazione a fine inverno, effettuata con stallatico o cornunghia, nel caso di piante deboli e per stimolare la formazione dei rami fioriferi per l'anno successvo può essere utile una concimazione estiva dopo la fioritura.
Potatura: i Philadelphus vanno potati subito dopo la fioritura; poiché fioriscono sui rami dell'anno precedente, bisogna recidere quelli da poco sfioriti, allo scopo di stimolare l'emissione di nuova vegetazione, che sarà produttiva l'anno successivo. E poi necessario ringiovanire gradualmente le piante, eliminando i rami più vecchi.

II « fiore degli angeli » si presta alla formazione di dense e fitte siepi, alla creazione di macchie arbustive oppure serve come esemplare isolato.
La molteplicità dell’impiego viene sottolineata anche dalla possibilità di potare questi arbusti anche in modo drastico, mantenendoli in « forma » compatta; in tal modo, si ottengono siepi di eccezio¬nale robustezza, praticamente impenetrabili.

Curiosità: 

L'etimologia del nome: il termine generico deriva dal greco 'phileo', io amo e 'adelphos', fratello,. Il nome specifico 'coronarius', simile a corona, allude senza dubbio ai numerosi stami.

La scelta di tale nome, che significa« che sente l’amore fraterno », non è ben chiara; alcune spiegazioni possibili potrebbe riferirsi ai molti stami, secondo altri ai numerosi rami che si intrecciano tra di loro, oppure risie¬dere nell’intenso profumo di queste piante, profumo che potrebbe simboleggiare, appunto, la profondità dell’affetto fraterno.
I Philadelphus vengono chiamati anche « fiore del Paradiso », « filadelfo » e « pianta degli zufoli » o « siringa ».
Dai rami di questi arbusti si ricavavano un tempo fischietti e zufoli dalla particolare sonorità.

Zone del Giardino in cui si trova: 
spesso il dolore avvicina le persone nel sentimento vero e umano più di quanto possa fare il denaro, il potere,il prestigio.Le persone care lasciano un vuoto incolmabile,indaffarati come siamo,affanosamente cerchiamo di riempire quel vuoto insopportabile. Ma il ricordo ci deve dare la forza per vivere pienamente i sentimenti, creare luoghi sereni e limpidi come il Giardino degli Angeli,dove rilassarsi e rigenerarsi,cercando di riflettere su quali sono le cose importanti da realizzare e quali ridimensionare. Il dolore spesso è un alleato che accorcia le distanze ed unisce più delle diversità. Apprezzo molto l'iniziativa e il significato di questo luogo che non conoscevo e passando accanto ad esso si viene colti dalla magia del posto . Un prezioso complimento per l'idea, un bacio a chi non c'è più.
-- Anonimo