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Nome latino: 
Ceratostigma Willmottianum
Famiglia: 
Plumbaginaceae
Caratteristiche generali: 

Ceratostigma w. è un arbusto medio-piccolo, altezza cm 60-100 di origine cinese. Ha un aspetto delicato, quasi gracile, con rametti sottili, che si spezzano assai facilmente.
Le foglie, verdi che diventano rosse in autunno, sono piccole e appuntite, hanno una sorta di peluria che le rende quasi appiccicose. In autunno l'arbusto si spoglia, ma i rami intricati, di un grazioso colore rossastro, sono belli a vedersi anche così.
Resiste fino a temperature di -10° / -5°C.
In Italia settentrionale è bene che vengano piantati in luoghi riparati e protetti con foglie o paglia durante l’inverno.
L'attrattiva maggiore di questa pianta risiede tuttavia nella fioritura estivo-autunnale molto prolungata (agosto-ottobre), , di un blu genziana.
Per quanto riguarda la moltiplicazione, in luglio si prelevano dai germogli laterali talee lunghe 7-8 cm e si piantano in un miscuglio di torba e sabbia.
Conservarle in serra durante l’inverno e piantare all’aperto in aprile.
 

Coltivazione: 

 Va bene qualsiasi terreno ben drenato, siliceo, anche argilloso
Esporre al sole (in ambiente un po' umido) o in  mezz'ombra
Si mette a dimora preferibilmente in aprile - maggio.
Non è necessaria una potatura regolare; in marzo si tagliano a livello del terreno i rami vecchi o danneggiati dal gelo.
 

 

Malattie Parassiti Avversità: 

In genere non viene attaccato da parassiti o da malattie

Zone del Giardino in cui si trova: 
Far nascere la vita dalla morte, dal ricordo doloroso, dalla sofferenza, dal dolore che ti accompagna ogni giorno e che diventa parte di te stesso e che ti accorgi non riuscirai più a farne a meno, mentre il mondo continua a evolvere o a involvere e le stagioni si trasformano e il giorno diventa notte e la notte giorno. E' la scommessa della vita, in fondo: continuare a vivere nonostante la morte che si ha nel cuore o il desiderio inespresso "dell'altra vita felice" così come la chiamano Antonella e Valerio in uno scritto che hanno inviato. Anche io ho perso un figlio,Paolo, uno di questi angeli a cui questi carissimi amici hanno voluto dedicare il giardino ed ora so che in ogni momento, in ogni luogo, dovunque sia, su una panchina di quel giardino qualcuno trascorrerà le sue giornate o le aiuole sboccieranno in primavera o i bambini giocheranno nel prato e la vita continuerà a partorire gioie e dolori, inesorabilmente. Mi avete fatto un grande regalo, oggi, ma non solo a me, lo so per certo; a Paolo, a Sara a tanti altri bambini che come loro hanno combattuto una battaglia troppo grande, ma che non hanno perso. Perchè la morte non vince, mai. Lorella
-- Lorella Daddi Simoncini