Etimologia: il nome del genere dal latino 'vitex' (gen. 'viticis'), vite, derivato a sua volta dal verbo 'viere', intrecciare, in allusione all'utilizzo dei rami flessibili della pianta nella fabbricazione di panieri ecc.
L'epiteto specifico dal gr. 'a-', particella negativa, e 'gonós', casto, sterile (=niente prole).
Il suo nome latino “vitex agnus castus” indica quindi che si tratta di una pianta dotata di una ipotetica azione anafrodisiaca (contrasta il testosterone) nell'uomo.
Il medico greco Dioscoride, del I secolo d.C., lo suggeriva come rimedio per diminuire la libido; secondo il naturalista romano Plinio il Vecchio, veniva sparso sui letti delle mogli dei soldati ateniesi, per preservarne la fedeltà coniugale quando i soldati andavano lontano in battaglia
In passato si pensò che i semi fossero particolarmente utili alla vita monastica e fu abbondantemente coltivato presso i monasteri per cui sono stati chiamati anche "pepe di monaco".
Arnaldo da Villanova(XIII sec) dichiarava con grande serietà che bastava portare addosso un coltello con il manico fatto col legno di Agnocasto per tener lontana ogni idea voluttuosa.
Ho percepito immediatamente, varcando l ingresso del Giardino per la prima volta, una pace e un senso di Amore in ogni angolo in cui posavo lo sguardo. È' difficile da spiegare ma le emozioni hanno preso il sopravvento, e la gioia di varcare con rispetto e pudore questo Giardino era come se fossi in un luogo sacro....la commozione era palpabile e dovunque si poteva respirare qualcosa di magico e soprannaturale. La Bellezza del cuore e la bellezza del luogo così puro e intenso e' difficile da scordare. Grazie a Sara e a coloro che hanno realizzato questo pezzo di paradiso . Monica