Nocciolo Rosso

Nome latino: 
Corylus Maxima "Purpurea"
Famiglia: 
Betulaceae

Questo arbusto  è simile a Corylus Avellana ma più robusta, con foglie più grandi e amenti più lunghi (8-10cm.), le foglie sono di colore porpora scuro.

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Coltivazione: 

Deve essere esposto in pieno sole.
Si piantano in autunno o all’inizio della primavera in tutti i terreni ben drenati
Sopporta bene sia le alte che le basse temperature
La propagazione avviene per talea, per seme o per polloni radicali ( il metodo più pratico in quanto pianta pollonifera).
Potatura: eliminare le parti secche o danneggiate, in primavera se necessario ridimensionare la pianta. Drastiche potature di sfoltimento favoriscono una maggiore fruttificazione
 

Uso in cucina: 

E'un frutto molto nutriente
Viene utilizzato per il consumo diretto o destinate all'industria dolciaria, che ne prevede la sgusciatura, la tostatura e l'eliminazione della pellicola che ne ricopre il seme. Spesso è usato in prodotti dolciari a base di cioccolato, per la produzione dei torroni e del gelato. Il dolce più famoso con la nocciola come primo componente è il gianduiotto, un cioccolatino torinese a base di nocciole.
 

Proprietà terapeutiche: 

Le sue foglie contengono i fenoli e i flavonoidi che agiscono sia sul gonfiore sia come tonici delle vene e anche come antiinfiammatori.

Curiosità: 

Il principale produttore di nocciole al mondo è la Turchia.
Il nome dei genere deriva dal greco kóris, elmo, per la forma dell'involucro membranoso che ricopre il frutto e avellana in quanto diffuso, fin da epoca remota, nella zona di Avellino.
Nell'antica Roma si regalavano piante di nocciole per augurare felicità.
L'albero con i suoi frutti sferici è un simbolo della luna.

Tra i greci ed i romani era diffusa la credenza che bastasse un ramo di nocciolo per tener lontane le serpi
Come tutti i frutti racchiusi in una scorza, la nocciola è anche il simbolo della fecondità e della rigenerazione.
 

Zone del Giardino in cui si trova: 

Nocciolo, Avellano, Nocchio, Acciardello

Nome latino: 
Corylus Avellana
Famiglia: 
Betulaceae.

Pianta decidua originaria dell'Asia Minore. In Italia è diffuso in tutte le regioni, dalla pianura fino 1300 m di altitudine.

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Coltivazione: 

Si piantano in autunno o all’inizio della primavera in tutti i terreni ben drenati.
Deve essere esposto in pieno sole.
Sopporta bene sia le alte che le basse temperature.
Potatura: con la potatura si eliminano le parti secche o danneggiate;  in primavera se necessario ridimensionare la pianta.
Drastiche potature di sfoltimento favoriscono una maggiore fruttificazione
 

Malattie Parassiti Avversità: 

Non è soggetto a malattie o parassiti particolari

Uso in cucina: 

Il seme, la nocciola, è molto nutriente.
utilizzate per il consumo diretto o destinate all'industria dolciaria, che ne prevede la sgusciatura, la tostatura e l'eliminazione della pellicola che ne ricopre il seme.
Spesso è usato in prodotti dolciari a base di cioccolato, per la produzione dei torroni e del gelato.
Il dolce più famoso con la nocciola come primo componente è il gianduiotto, un cioccolatino torinese a base di nocciole.
 

Proprietà terapeutiche: 

Le sue foglie contengono i fenoli e i flavonoidi che agiscono sia sul gonfiore sia come tonici delle vene e anche come antiinfiammatori

Curiosità: 

 Il principale produttore di nocciole al mondo è la Turchia.

Il nome dei genere -Corylus- deriva dal greco kóris, elmo, per la forma dell'involucro membranoso che ricopre il frutto e Avellana in quanto diffuso, fin da epoca remota, nella zona di Avellino.

Nell'antica Roma si regalavano piante di nocciole per augurare felicità.

L'albero con i suoi frutti sferici è un simbolo della luna.

Tra i greci ed i romani era diffusa la credenza che bastasse un ramo di nocciolo per tener lontane le serpi.

Come tutti i frutti racchiusi in una scorza, la nocciola è anche il simbolo della fecondità e della rigenerazione.

 

Zone del Giardino in cui si trova: 

Carpino bianco Carpino comune

Nome latino: 
Carpinus Betulus
Famiglia: 
Betulaceae

Il carpino bianco è un albero poco longevo, di media altezza (15-20 m) con portamento dritto e chioma allungata.
In Italia si trova con frequenza nell'orizzonte montano fino a 900-1000 m come costituente dei boschi mesofili insieme alle querce caducifoglie e al faggio. In pianura si trova insieme alla Farnia a costituire le foreste planiziali. È presente anche nelle zone più fredde e umide della Pianura Padana. Manca nelle isole.

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Coltivazione: 

Si piantano in novembre o in febbraio-marzo.

Ogni anno in luglio, le piante delle siepi si potano all’altezza desiderata. Nei primi anni la potatura deve essere moderata.
Il carpino è una pianta rustica, che preferisce posizioni soleggiate e luminose, anche se cresce bene anche a mezz'ombra o all'ombra totale. Non teme il freddo e neanche i venti.
Non ha particolari esigenze, ma nei suoli pesanti e torbosi la crescita viene rallentata; predilige terreni profondi e leggeri, ricchi di sostanza organica, possibilmente umidi e ben drenati.
 

Malattie Parassiti Avversità: 

Non presenta particolari problemi per quanto riguarda malattie e parassiti.

Proprietà terapeutiche: 

In fitoterapia e gemmoterapia la pianta è usata nelle affezioni delle vie respiratorie e per la sua azione di stimolo nella produzione delle piastrine.
A livello delle prime vie aeree esercita azione antinfiammatoria, antispastica e cicatrizzante. A livello polmonare ha proprietà antispasmodiche ed antitussigene.
Il macerato di gemme è inoltre un rimedio contro le emorragie ed aiuta a correggere l’insufficienza epatica, caratterizzata da piastrinopenia.

Viene anche utilizzato per abbassare il livello di colesterolo.
 

Curiosità: 

Il legno chiaro del Carpino bianco, molto pesante e compatto, è utilizzato come combustibile e in passato per la costruzione di attrezzi agricoli. E' impiegata come specie di interesse forestale; apprezzata anche come essenza ornamentale e di interesse paesaggistico perché rustica e adattabile a vari ambienti.

Si adatta bene alla realizzazione di siepi per la resistenza agli interventi cesori e per la chioma fitta.

In passato le foglie venivano utilizzate come foraggio.

Zone del Giardino in cui si trova: 
In certi momenti della vita è difficile credere di poter ancora provare emozioni così forti e belle come quelle che abbiamo provato domenica al Giardino. Parlando insieme a noi, cara Antonella, ci hai detto che l'idea tua e di Valerio era quella di creare un luogo che non trasmettesse tristezza ma gioia e felicità... in realtà avete fatto molto di più... avete creato un Giardino colmo d'amore... un luogo che io e mio marito Mauro abbiamo definito PURA ARMONIA...armonia della natura, dei suoi colori e odori ... armonia della musica, delle sue note celestiali e delle sue poetiche parole... armonia delle persone, dei loro sguardi, dei loro sorrisi e dei loro abbracci... armonia dei bambini, di quelli che possono correre sul prato del Giardino, di quelli che ci vegliano dal cielo e di quelli che nasceranno... ARMONIA CHE SOLO IL VERO E PURO AMORE PUO' DONARE. Grazie Antonella e Valerio, grazie Sara, grazie al mio piccolo Gioele e a tutti i nostri dolci e piccoli angeli. Elisa CiaoLapo Onlus.
-- Elisa N.