Azzeruolo rosso

Nome latino: 
Crataegus x Lavallei var. "Carrierei"
Famiglia: 
Rosaceae

Originario dell’ Europa, è un  piccolo albero deciduo dal portamento espanso.

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Coltivazione: 

Possiede un apparato radicale in grado di tollerare svariati tipi di terreni (argilloso, limoso, sabbioso), acidi o alcalini purché ben drenati. Resiste bene alla siccità, molto meno alla salinità del terreno. La velocità di crescita è media, possiede una buona resistenza meccanica alle rotture, va collocato in pieno sole.
Si mette a dimora in autunno o marzo in qualsiasi terreno, anche calcareo, valori di pH ottimali compreso fra 6 e 8. Il sesto d’impianto prevede una distanza minima di 4 metri fra piante della stessa specie. Può essere necessario ricorrere a piccole operazioni di potatura, perché i rami, durante la crescita, tendono ad abbassarsi e possono costituire un intralcio alla circolazione dei veicoli e pedoni.

 

Malattie Parassiti Avversità: 

Generalmente è abbastanza resistente alle avversità fitosanitarie “tradizionali” (afidi, cocciniglie, ruggini ecc.).
Il problema più grave è rappresentato dal colpo di fuoco batterico per il quale non esistono soddisfacenti strumenti di controllo chimico. Questa malattia, in certe zone, può essere molto virulenta e arrecare gravi danni alla pianta fino a determinarne la morte. I primi sintomi si manifestano con l’imbrunimento della cima dei rami. Le cime appaiono come se fossero state bruciate o scottate e le foglie colpite assumono una colorazione marrone, si afflosciano, ma rimangono attaccate alla pianta. I sintomi più tipici si possono osservare sollevando la corteccia, dove i tessuti colpiti assumono una colorazione bruna con, spesso, striature rossastre. Dai cancri fuoriescono sottoforma di goccioline giallo-arancio, le cellule batteriche, le quali sono disseminate nell’ambiente dalle piogge, dagli attrezzi di potatura contaminati e da insetti come, ad esempio, le api. Tagliare i rami o le branche colpite almeno 50 cm. al di sotto della zona malata rappresenta l’unica possibilità contro questa malattia
 

Curiosità: 

Al genere Crategus appartiene anche il Crategus “Laevigata”, volgarmente conosciuto come Biancospino.
Il Crataegus lavallei (Biancospino di Lavalle), è originario della Francia (ibrido tra il C. crus-gallo e il C. mexicana) con frutti un po' più grandi.
 

Zone del Giardino in cui si trova: 

Rosa Canina

Nome latino: 
Rosa Canina
Famiglia: 
Rosaceae

La rosa canina è un arbusto spinoso perenne originario dell’Europa e dell’Asia occidentale.
E’ alto 100 - 200 cm . Ha fusti legnosi glabri, con spine (rosse) robuste, arcuate, a base allungata, compresse; da giovani i fusti  hanno una corteccia di colore verde-bruna oppure rosso-bruna, mentre in età adulta diventano giallo scura e compaiono delle striature.

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Coltivazione: 

La rosa canina ama molto l’esposizione in pieno sole oppure a mezz’ombra.

 Il terreno ideale deve essere di tipo soffice, leggero, ricco di sostanza organica e, soprattutto, con un ottimo drenaggio.

Resiste bene anche a temperature fredde.
Potatura: la potatura della rosa canina allevata a cespuglio prevede un rinnovo dei rami vecchi e secchi cercando di arieggiare il centro della pianta, mantenendo la vegetazione sui bordi,si consiglia di procedere con un taglio netto e fatto in maniera obliqua ma non troppo e di non effettuarlo in posizione troppo vicina alla gemma.
Il periodo adatto alla potatura varia a seconda del clima. Se siamo in una zona con clima freddo ed umido si procederà con questa operazione all’inizio della primavera, mentre in caso di clima caldo sarà opportuno potare a fine autunno o inizio inverno.

 

Malattie Parassiti Avversità: 

 Come tutte le rose, anche quella canina è molto soggetta all’attacco di malattie e parassiti.

Per quanto riguarda gli insetti, quelli che maggiormente infestano la rosa canina sono gli afidi e la cocciniglia.

Uso in cucina: 

In cucina si utilizzato i frutti freschi per preparare buonissime marmellate oppure essiccati per fare liquori , mentre con i petali si può produrre dell’ottimo miele rosato.
Alcune ricette 
 

Proprietà terapeutiche: 

Viene largamente usata per i suoi contenuti di vitamina C e per il suo contenuto di bioflavonoidi (fitoestrogeni).
I principi attivi (oltre alla vitamina C, tannini, acidi organici, pectine, carotenoidi e polifenoli) vengono usati dalle industrie farmaceutiche, alimentari e cosmetiche: fiori e foglie vengono usati in farmacopea, ad esempio, per la preparazione di infusi e tisane.
I piccoli frutti della Rosa Canina risultano essere le "sorgenti naturali" più concentrate in Vitamina C, presente in quantità fino a 50-100 volte superiore rispetto agli agrumi tradizionali (arance e limoni) e per questo in grado di contribuire al rafforzamento delle difese naturali dell'organismo. (100 grammi di cinorrodonti contengono la stessa quantità di vitamina C o acido ascorbico contenuta in 1 chilo di agrumi).
Contenendo un elevato quantitativo di acido ascorbico, la rosa canina (o meglio i suoi falsi frutti) è indicata per combattere le infezioni alle vie respiratore (orecchie, naso e gola) in quanto rafforza le difese dell´organismo. Svolge quindi un´azione immunostimolante nel prevenire influenze e raffreddori, in particolare nei bambini.
Ha inoltre un´azione antinfiammatoria e antiallergica. Secondo studi condotti dal premio Nobel Linus Pauling e da ricercatori statunitensi, la rosa canina assunta in forti dosi preverrebbe anche la crescita cancerogena.
I cinorrodonti hanno inoltre proprietà astringenti (grazie alla presenza di tannini sono efficaci nella cura delle diarree) e diuretiche (stimolano l´eliminazione delle tossine tramite l´urina).
Il trattamento con un estratto di bacche di rosa selvatica si utilizza in casi di dolori reumatici e più particolarmente contro l’artrosi o in casi di mal di spalla (la sperimentazione è in corso agli istituti ortopedici Rizzoli di Bologna su 200 pazienti che soffrono di artrosi grave individuati tra chi è in attesa della protesi d'anca per verificarne l'efficacia sull'infiammazione e nel controllo del dolore: http://www.aamterranuova.it/article4431.htm)

L’impiego della rosa canina è molto noto anche in ambito cosmetico, infatti questa pianta e molto ricca di betacarotene e provitamina A molto utili contro l’invecchiamento, gli eritemi solari e la comparsa di rughe. I petali servono per produrre colliri molto efficaci.
L’acqua distillata prodotta con l’uso di rosa canina viene usata per curare pelli arrossate e particolarmente sensibili, mentre con i frutti freschi frullati si ottiene una crema molto utile per levigare e tonificare la pelle attraverso una maschera di bellezza.
Circa il 96% dei profumi femminili e il 46% di quelli maschili contengono essenza di rosa.
La famosa acqua di rose, venne inventata da Avicenna, un celebre medico persiano, tra il IX e il X secolo.
 

Curiosità: 

Questa pianta deve il nome canina a Plinio il vecchio, che affermava che un soldato romano fu guarito dalla rabbia con un decotto di radici.
Narra la leggenda che Bacco, dio del vino, invaghitosi di una fanciulla, desiderava conquistarla, ma ella fuggì finchè non inciampò in un cespuglio. Per riconoscenza Bacco trasformò il cespuglio in rosa donandogli degli splendidi fiori del medesimo colore delle guance dell’amata
 

Zone del Giardino in cui si trova: 

Alloro del Portogallo, Lauro del Portogallo

Nome latino: 
Prunus Lusitanica
Famiglia: 
Rosaceae

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Coltivazione: 

 In natura si trovano principalmente lungo torrenti di montagna, preferendo sole e terreni umidi ma ben drenati.
Si adatta a diversi tipi di terreno, in generale deve essere fresco, umido e ben drenato.
Vive bene con qualsiasi temperatura, può essere danneggiato solamente da gelate prolungate
Il Prunus lusitanica va collocato in un luogo dove possa ricevere la luce solare diretta.
Sopporta bene le potature, anche ripetute, per questa sua particolare resistenza è apprezzato per la creazione di siepi, anche di forme particolari. Si intervine e fine inverno con una potatura decisa, in agosto è possibile intervenire con una potatura di mantenimeto della forma desiderata
Concimazione: utilizzare del concime organico, o del concime granulare a lenta cessione, intervenendo alla fine dell'inverno ed alla fine dell'estate
 

Malattie Parassiti Avversità: 

Verso la fine dell'inverno, in presenza di gemme ancora chiuse, possiamo praticare un trattamento a base di rame e zolfo, per evitare il manifestarsi di malattie fungine; nell'arco dell'anno poi sarebbe opportuno praticare interventi mirati solo in caso di presenza del parassita sulla pianta.

Curiosità: 

Il frutto è molto amaro, non commestibile e può essere tossico; era utilizzato  dagli antichi greci per coronare il vincitore nei giochi di Apollo.

Zone del Giardino in cui si trova: 

Pagine

Un dono meraviglioso a tutta la comunità, un angolo magico, dove potersi recare mano nella mano con i nostri bambini e respirare tutto l'amore con cui questo progetto è stato creato.
-- Sara e Mila