Lagestroemia Indica

Nome latino: 
Lagestroemia Indica
Famiglia: 
Lythraceae

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Coltivazione: 

E’ una pianta di facile coltivazione.
Preferisce  terreni ben drenati e ricchi di humus, possibilmente argillosi o calcarei, ma può  svilupparsi senza problemi in qualsiasi terreno, in questo caso è molto importante evitare i ristagni idrici.
Porre a dimora in luogo soleggiato;  la pianta deve essere posizionata in pieno sole non solo perché in ombra avrebbe una fioritura più scarsa, ma sopratutto perché la Lagerstroemia è molto sensibile al mal bianco.
Se si pone a dimora un albero con il fusto molto sottile, può essere utile assicurarlo ad un solido tutore, che lo mantenga eretto, e proteggerlo dai danni causati dal forte vento.
Questo albero non teme il freddo e sopporta senza alcun problema il caldo estivo, gli esemplari giovani possono necessitare di annaffiature durante i mesi più caldi dell'anno o in caso di siccità prolungate.
Dal terzo anno di impianto si rende autosufficiente, basterà fornirgli del concime a lenta cessione in primavera per aiutarla a fiorire bene.
Per ottenere una fioritura vigorosa, a fine inverno occorre potare tutti i rami dell’anno precedente lasciandoli lunghi qualche centimetro.  Dai monconi rimasti, si origineranno nuove cacciate che cresceranno da 50 cm a 1 metro a seconda delle varietà, e che a metà estate matureranno alla loro sommità le pannocchie floreali. Se la pianta non viene potata, assumerà un aspetto un po’ disordinato e i fiori resteranno più piccoli ma comunque sempre numerosi. Normalmente si potano più drasticamente le piante educate ad albero, mentre nelle forme arbustive si cerca di guidare la crescita, lasciando qualche ramo più lungo che potrà servire con gli anni da impalcatura per rami a fiore, così da riempire vuoti nella forma o per ricercare andamenti voluti, una volta cresciuti negli arbusti si effettua una potatura più leggera.

 

Malattie Parassiti Avversità: 

Fiori e foglie vengono spesso colpiti da oidio; i boccioli floreali possono essere  colpiti dagli afidi.
Gli afidi in primavera, in annate particolarmente favorevoli allo sviluppo di questo parassita, in mancanza di opportuni trattamenti di contenimento, possono provocare danni notevoli.
Un attacco di afidi causa talvolta un altro problema collaterale, cioè lo sviluppo di fumaggine, una muffa grigia che si impianta sulla melata lasciata dagli afidi e che deturpa il fogliame con il suo colore brunastro. Un trattamento con sali di rame risolve tuttavia il problema.
Per avere piante sempre belle e sane, sarebbe bene programmare in primavera 2-3 trattamenti mescolando insieme zolfo bagnabile (o altro prodotto antioidico), sali di rame e un prodotto aficida; ricordando di cambiare nel trattamento successivo il prodotto aficida, perché gli afidi originano rapidamente generazioni resistenti. Questa avvertenza vale naturalmente non solo per le Lagerstroemia.
 

Curiosità: 

La Lagerstroemia  è originaria della Cina dove da millenni è usata per ornare i templi. Dalla Cina, per lo stesso impiego ornamentale, passò in India dove nel 1759 fu notata da Magnus Von Lagerstroem, allora direttore della Compagnia delle Indie. Lagerstroem ne inviò alcune piantine in Europa, al grande botanico Linneo affinché le classificasse, ma non seppe mai di aver trovato un nuovo vegetale perché morì prima, e Linneo, in onore del suo scopritore, dette alla nuova pianta il nome di Lagerstroemia indica

Zone del Giardino in cui si trova: 

Elicriso, Perpetuino, Tignamica, Semprevivo

Nome latino: 
Helichrysum Italicum o Helichrysum angustifolium
Famiglia: 
Asteracee (conosciuta un tempo anche come Compositae)

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Coltivazione: 

II trapianto a dimora, soprattutto se la coltivazione viene fatta in ambienti del nord Italia, si effettua appena non vi sia più pericolo di gelate o ritorni di freddo. Negli ambienti mediterranei e del centro sud, se non vi sono rischi di un freddo eccessivo, è possibile realizzare il trapianto anche in autunno

L'elicriso richiede una buona esposizione al sole, maggiore è l’esposizione maggiore è il contenuto di olii essenziali; predilige terreni leggeri, ben drenati (la pianta teme il ristagno idrico che forse rappresenta il fattore più critico nella conduzione di questa coltura).

Si  mettono da  3 a 5 piante/mq.

Nelle zone a clima invernale freddo si proteggono le radici con uno strato di paglia o torba.

L'irrigazione, si rende necessaria solo nelle prime fasi del ciclo colturale (semina, trapianto, prima fasi di sviluppo), eventualmente per favorire l’assorbimento del concime e in termini di "soccorso" nel caso di estati particolarmente asciutte.

Uso in cucina: 

 Le foglie dell’elicriso forniscono un moderato aroma di curry e possono essere impiegate per insaporire risotti, minestre, carne di pollame e ripieni.

Proprietà terapeutiche: 

Viene utilizzato per uso interno come decotto, per sedare gli eccessi di tosse (pertosse), favorire l’eliminazione del catarro bronchiale, sedare gli spasmi d’asma e lenire le irritazioni allergiche delle mucose .

I decotti e le tinture vengono utilizzati anche per curare eczemi, dermatiti, psoriasi, couperose e per prevenire e curare le scottature solari, flebiti, edemi, ferite, cicatrici, piaghe, emorroidi. Viene considerato un valido aiuto per combattere nevralgie e nevriti, artrite, poliartrite e osteoartosi ed anche insufficienze e congestioni epatiche, colecistiti, disturbi pancreatici.

Gli impacchi per le pelli irritate ed infiammate, i geloni, le emorroidi. Gli impacchi inoltre sono ottimi per riattivare la circolazione sanguigna quindi molto efficaci nel caso di mani e piedi freddi.

L'olio essenziale di elicriso è molto apprezzato in profumeria, rinforza la pelle dagli agenti atmosferici, tonifica e decongestiona.

Infuso di elicriso
Ponete 1 cucchiaino di elicriso (sommità fiorite) a riposare per 10 minuti in 2,5 dlitro d'acqua bollente.
Trascorso questo periodo filtrate.
Bevetene 2 tazzine al giorno prima o dopo i pasti principali per curare le varici e la cattiva circolazione.
Questo infuso è utile anche per combattere bronchiti, asma, gotta, tosse e forme reumatiche.
Tisana di elicriso
Essicate bene la piantina all'ombra e conservatela accuratamente in vasi ermetici.
Preparate la tisana con la proporzione di un cucchiaino per ogni tazza d'acqua calda.
Il gusto, molto accentuato, non è gradito da tutti.

Curiosità: 

 

Dell'elicriso si utilizzano le sommità fiorite raccolte all'inizio della fioritura e lasciate essiccare in luoghi ventilati e bui.

Conservano a lungo il colore e l'aroma anche dopo l'essicazione, sono quindi adatti a formare decorazioni di fiori secchi.

Probabilmente per questa caratteristica  è anche conosciuto come Semprevivo.

Le piante essicate venivano usate per profumare gli ambienti e disposte tra gli abiti per profumarli e per combattere tarli e tignole.

I popoli antichi dedicarono questa pianta al Sole e intrecciavano i suoi fiori per farne collane da adornare le statue di Apollo e di Minerva.

Il suo intenso profumo permetteva a Napoleone di riconoscere l’odore della Corsica, dove era nato, quando si trovava ancora in mare e fuori dalla vista dell’Isola, dove questi fiori sono particolarmente abbondanti e odorosi.

l'Elicriso era usato per bruciare le setole del maiale credendo che l'aroma si trasmettesse al lardo.

Zone del Giardino in cui si trova: 

Ginestra Spagnola

Nome latino: 
Genista Hispanica
Famiglia: 
Fabaceae o Leguminosae

Il genere Genista è diffuso ampiamente nel bacino del Mediterraneo, dall'Europa meridionale al Medio Oriente al Nord Africa.

Con il nome comune generico di ginestra si indicano molte delle specie appartenenti a questa tribù, in particolare molte di quelle appartenenti ai generi Calycotome, Chamaecytisus, Cytisus, Genista, Spartium ( a cui appartiene quella che comunemente chiamiamo Ginestra) e Ulex.

E’ un arbusto rustico e deciduo.
Portamento cespuglioso-arbustivo, altezza 0,5-1 metro, diametro fino a 2 metri.

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Coltivazione: 

Cresce bene in tutti i terreni, ma nei terreni poveri, sabbiosi e secchi si favorisce la fioritura.
Predilige posizioni in pieno sole, ma si adattano bene a qualsiasi condizione.
Necessita raramente di acqua, anzi sopporta molto bene i terreni asciutti, aridi e assolutamente privi di ristagni idrici.
Resiste molto bene sia al caldo che alle basse temperature fino a -15°C.
Va concimata al momento dell’impianto, oppure ogni 2-3 anni, verso la fine dell’inverno. Si interviene con una buona quantità di concime organico (stallatico o humus), in questo modo si fornisce il giusto apporto di nutrienti.
L’impianto va fatto dall’autunno all’inizio primavera in buche concimate con terriccio bagnato.
Le piante adulte non sopportano bene il trapianto.
Non è necessaria una potatura regolare; dopo la fioritura si possono accorciare i rami delle piante giovani per favorire l’infoltimento, o diradare quelli delle piante adulte.
 

Zone del Giardino in cui si trova: 

Pagine

Entrando in questo giardino si respira serenità e pace, grazie di cuore! Gabriella e Cesare
-- antonio