Nome latino:
Vitex Agnus-Castus
Famiglia:
Verbenaceae
Caratteristiche generali:
Piccolo albero o grande arbusto a foglie caduche, originario dell’Europa e dell’Asia; è uno dei componenti caratteristici della boscaglia che occupa l'alveo dei fiumi mediterranei, vegetazione e specie che disboscamento e bonifiche hanno reso sempre più rare. E' molto comune però come specie ornamentale.
Gli esemplari adulti possono raggiungere i 5-6 metri; ha fusti sottili, ben ramificati, spesso rivolti verso l’alto, talvolta arcuati
Le foglie sono palmato-composte a 5-7 foglioline lanceolate, rugose, di colore verde scuro o verde grigiastro che ricordano la cannabis.
I fiori, numerosi e piccoli sono riuniti in pannocchie, di colore blu cielo che si sviluppano all’apice dei nuovi rami a partire da maggio; la fioritura continua poi sporadicamente fino ai freddi autunnali.
Il fogliame dell’agnocasto è molto aromatico, ed anche i fiori sono profumati ed attirano le farfalle.
Ai fiori seguono piccoli frutti tondeggianti, leggermente carnosi, che contengono alcuni semi sferici, di colore scuro.
Il frutto seccato è noto nella tradizione erboristica da almeno 2000 anni, come risulta dai trattati antichi. Questo frutto, dal sapore pungente, è noto infatti col nome di "pepe falso" o "pepe dei monaci" perché questi ne facevano uso come ipotetico anafrodisiaco per far fede al voto di castità.
Moltiplicazione: i piccoli semi scuri si seminano in primavera o in autunno; ricordiamo che le giovani piante ottenute da seme andranno poste a dimora soltanto dopo un paio di anni di coltivazione in luogo riparato. Durante l’estate è possibile prelevare talee semilegnose dai rami che non hanno portato fiori.
Coltivazione:
Questa pianta è rustica (resiste fino a -15°) e resistente.
Non ha particolari esigenze per quanto riguarda il terreno: qualsiasi terreno può essere indicato per l’agnocasto, anche la comune terra da giardino, purchè sia ben drenato.
Predilige posizioni soleggiate, ma può anche essere posto a dimora in luogo semi ombreggiato, una posizione troppo ombreggiata determina una fioritura più scarsa.
Ha bisogno di irrigazioni moderate, tranne che per gli esemplari da poco posti a dimora: per questi, durante i mesi caldi può essere necessario intervenire fornendo acqua durante periodi particolarmente siccitosi.
E’ possibile contenerne la crescita con interventi di potatura annuali, da praticarsi durante l’inverno, tali potature sono consigliabili anche per mantenere l’arbusto compatto, evitando che perda ramificazioni nella parte bassa.
A fine inverno si sparge ai piedi dell’arbusto del concime granulare a lenta cessione o dello stallatico maturo, interrando leggermente il composto.
Malattie Parassiti Avversità:
Se posto in terreni non ben drenati, può essere soggetta a marciumi radicali
Proprietà terapeutiche:
È molto utilizzato in erboristeria per le sue qualità terapeutiche.
Il frutto può avere effetti sul sistema endocrino, in particolare nel modulare la produzione di alcuni ormoni ipofisari. Questo determina il suo impiego per la cura di irregolarità del ciclo mestruale, soprattutto per ridurre i sintomi premestruali.
Viene impiegata tradizionalmente come coadiuvante tradizionale per disturbi collegati alla menopausa, disturbi premestruali ( diminuisce la secrezione di prolattina rilasciando le tensioni mammarie e inoltre contrasta i lievi sbalzi d'umore tipici del periodo), le classiche vampate di calore, ritenzione idrica, irritabilità, ansia, insonnia e tipico gonfiore addominale in menopausa.
E’ un ottimo galattagogo (stimola e accresce la produzione lattea), aiuta nei casi di acne giovanile, è una pianta antispastica, equilibrante del sistema vagosimpatico.
L'agnocasto risulta inoltre utile nelle palpitazioni, nel dolore al plesso solare, nelle vertigini, negli spasmi intestinali, nell'insonnia.
Inoltre, sembra sia utile per sedare gli stimoli sessuali (anafrodisiaca).
Curiosità:
Etimologia: il nome del genere dal latino 'vitex' (gen. 'viticis'), vite, derivato a sua volta dal verbo 'viere', intrecciare, in allusione all'utilizzo dei rami flessibili della pianta nella fabbricazione di panieri ecc.
L'epiteto specifico dal gr. 'a-', particella negativa, e 'gonós', casto, sterile (=niente prole).
Il suo nome latino “vitex agnus castus” indica quindi che si tratta di una pianta dotata di una ipotetica azione anafrodisiaca (contrasta il testosterone) nell'uomo.
Il medico greco Dioscoride, del I secolo d.C., lo suggeriva come rimedio per diminuire la libido; secondo il naturalista romano Plinio il Vecchio, veniva sparso sui letti delle mogli dei soldati ateniesi, per preservarne la fedeltà coniugale quando i soldati andavano lontano in battaglia
In passato si pensò che i semi fossero particolarmente utili alla vita monastica e fu abbondantemente coltivato presso i monasteri per cui sono stati chiamati anche "pepe di monaco".
Arnaldo da Villanova(XIII sec) dichiarava con grande serietà che bastava portare addosso un coltello con il manico fatto col legno di Agnocasto per tener lontana ogni idea voluttuosa.
Zone del Giardino in cui si trova: